Il mondo intero ci guarda, ci osserva e ricerca il Made in Italy.
Siamo per definizione dei creativi, degli artisti, dei grandi innovatori e la nostra forza lavoro, unita al genio ed al gusto italiano, porta a progetti che nemmeno il cinesino di turno riesce a trasformare o copiare.
Ecco che, ultimamente, molti investitori stranieri cercano soprattutto di acquisire tutto il know-how italiano, rilevando aziende strategiche del nostro territorio e creando un business che un pò snatura il vero Made in Italy.
Oggi inventarsi un nuovo prodotto credo sia piuttosto difficile ma qualche colpo di genio ci sta.
È il caso di Luca Betti e della sua azienda Kimera Automobili, capace di partorire l’idea di trasformare un classico, un’icona del motorsport, in oggetto del desiderio, assolutamente moderno ed innovativo.
Questo bravo ex pilota ha pensato di trasformare in ottica moderna l’iconica Lancia Rally 037.
Creando un progetto che porterà a produrne rigorosamente solo 37, destinate a gentlemen driver o semplici collezionisti ed appassionati, la Evo 37.
Non mi addentrerò sullo specifico del progetto, del quale potete tranquillamente trovare tutte le info nel web, ma semplicemente vorrei descrivervi le mie sensazioni nel guidare nuovamente, dopo quasi quarant’anni, una 037 ma soprattutto una 037 moderna e rivista.
La location è un kartodromo molto carino dove veniamo accolti da una giornata spettacolare, cielo azzurro e montagne innevate in lontananze e con “lei” parcheggiata, in bella mostra, con una livrea racing Pirelli piuttosto sportiva.
Apro la porta e, mettendo da parte l’idea di risalire sulla vecchia 037, mi accorgo immediatamente della cura dei materiali, del cruscotto, dei sedili che mi portano, seppur con un gusto retrò, su soluzioni estetiche moderne.
Ricordo perfettamente il rumore del motore volumetrico della mia del 1983 e le mie aspettative sono queste.
È nel DNA della “zero” quel rumore metallico del volumetrico e pure qui le mie aspettative non rimangono deluse anzi mi viene immediatamente la pelle d’oca.
Un attimo per capire che cambio monta e via verso la prima curva che raggiungo in un attimo, spinto dai 500 cavalli che mi danno subito l’allarme che è meglio provare i freni prima della curva.
Potente la frenata anche se io non sono un appassionato del servofreno, che allunga un pò il pedale e crea un pò di ansia, ma poi via, con un perfetto inserimento ed un controsterzo, in uscita, provocato da una coppia pazzesca che puoi ben controllare con uno sterzo, per fortuna, bello, diretto e facile.
Riallineamento e trasferimento di carico rapido, per niente brusco, mi permette di affrontare la seconda curva con un appoggio nel posteriore forte ed un leggero sottosterzo, dato sicuramente dagli pneumatici di serie.
Lamento un pò gli ammortizzatori morbidi ma che si possono tranquillamente indurire per rendere la macchina ancora più grintosa nella guida.
Giustamente Betti mi fa notare che, probabilmente, il sedile di destra potrebbe essere occupato talvolta da lady abituate a comfort automobilistici di lusso.
Cambio manuale preciso, è disponibile anche un sequenziale nettamente più racing, che permette di scalare anche in curva, nel momento in cui la vettura ha la massima torsione, offrendo sicurezza nella conduzione del mezzo.
Curva dopo curva e rettilinei generosi mi permettono di testare una supercar impegnativa che se, portata al limite, ci rende felici e soddisfatti.
Se volete sostituire la vespa del Cremonini sui colli bolognesi con questa raccoglierete delle belle sensazioni.
Terminati i miei giri, alcuni dei quali piuttosto spinti, mi fermo, leggermente sudato perché il mezzo è impegnativo e con quel gusto deciso di aver fatto un bel tuffo nel passato, andando a ripescare rumori e sensazioni di una volta ma certo che, chiudendo la porta, lasciavo parcheggiato un gioiellino moderno che mi ha molto soddisfatto.